sabato 22 ottobre 2011

morbide domande, morbide risposte, lilli gruber, dott vietti

La giornalista Lili Gruber, alla sua trasmissione otto e mezzo ha intervistato il vicepresidente del csm dott Vietti, le domande dimostravano una certa compiacenza e le risposte erano piuttosto scontate, del resto ormai il problema giustizia fa il paio col problema politica e di conseguenza anche i giornalisti si adeguano a seconda del loro colore.

Ad una giusta considerazione fatta dall' intervistato e cioè che l' Italia è un paese con troppe cause anche per la eccessiva conflittualità fra i cittadini, forse andava chiesto al vicepresidente del csm se non ritenesse che almeno una parte di questa conflittualità, se non tutta, non dipenda dal fatto che con una giustizia ( penale e civile) in questo stato le cause convengono più a chi ha torto che a chi ha ragione.

E' risaputo che una delle frasi che viene più usata da chi è debitore o in colpa è -se non ti va bene fammi causa-.

Il tribunale fa più paura a chi ragione che a chi ha torto, alla faccia di una giustizia che, è risaputo, fa si che molti poveri cittadini diano lavoro a corde o gas di scarico uccidendosi per sentenze ingiuste o arrivate troppo tardi, che ci siano famiglie rovinate, aziende chiuse, che gli investitori stranieri abbiano mancanza di fiducia, che siamo agli ultimi posti nelle graduatorie eccetera.

E tutto questo oltre ai casi di malagiustizia che hanno fatto storia ma per i quali nessun magistrato ha pagato e neppure dato spiegazione o chiesto scusa, e tralasciando anche ciò che vediamo in questi giorni.

Ed andava forse chiesto anche se il continuare a lamentarsi da parte dei magistrati di essere criminalizzati, di non avere mezzi, di essere sotto organico non contrasti un po' con i grandi mezzi che vengono messi in campo per i grandi casi e con il tempo che dedicano allo scrivere libri, rubriche sulle riviste, andare in televisione ed a convegni.

Del resto quando è necessario, soprattutto a loro, dimostrano con i fatti di essere il primo e più forte potere di questo sciagurato paese.

Forse saranno, queste e tante altre domande,meglio poste la prossima volta, chissà.

Sinceramente con una classe dirigente come quella che purtroppo ci ritroviamo vorremmo (meglio, avremmo voluto) che almeno la magistratura fosse dalla parte dei cittadini perdenti, non composta in parte da magistrati in attesa di ingresso in politica, scrittori, applicatori od interpretatori delle leggi a seconda dei casi e spesso autori di sentenze che lasciano sconcertati.


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